Pane, pasta, riso: li consumiamo ogni giorno, ma sappiamo davvero cosa cambia tra le versioni integrali e quelle raffinate? La risposta riguarda non solo il gusto o la consistenza, ma soprattutto il valore nutrizionale e l’impatto sulla salute. Ne parla il sito d’informazione medico-sanitaria dottoremaeveroche.it.
Un articolo di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Questo è un articolo tratto da dottoremaeveroche.it. Il sito offre alla popolazione un’informazione accessibile, scientificamente solida e trasparente, e ai Medici strumenti comunicativi nuovi. Dottoremaeveroche.it collabora regolarmente con l’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano per pubblicare e divulgare informazioni sanitarie.
Gli alimenti integrali, a differenza di quelli “bianchi”, conservano tutte le parti del chicco mantenendo intatti i loro preziosi nutrienti. Inserirli quotidianamente nella dieta può ridurre il rischio di diverse patologie. Portare in tavola cereali integrali con regolarità è un’abitudine semplice, efficace e senza controindicazioni.
Dottore, qual è la differenza tra alimenti integrali e alimenti raffinati?
Gli alimenti integrali sono quei cibi che conservano tutte le parti del chicco, mantenendo la struttura integra. Per esempio, i cereali si possono definire integrali se sono presenti anche l’involucro esterno (crusca) e il seme (germe). Queste due componenti sono rispettivamente ricche di fibre e di principi nutritivi. A differenza degli alimenti integrali, quelli raffinati subiscono lavorazioni come la macinazione, che rimuovono proprio la crusca e il germe. In questo modo resta solo la parte più tenera. Per capire quali siano i raffinati basta osservare il colore di alimenti come farina, pasta, pane, riso: sono bianchi, anziché scuri. Cambia spesso anche la consistenza.
Per esempio, consideriamo la farina. La più raffinata, macinata con macchinari in acciaio, è la ‘00’: contiene solo lo 0,55% di crusca. La tipologia ‘0’ ne contiene lo 0,65%. La consistenza di entrambe è molto soffice e il colore è bianco: sono specifiche per preparazioni che devono risultare malleabili e lievitare. Le farine integrali, invece, hanno una dose doppia di crusca e granuli più grandi, perciò una consistenza più grezza e un colore più scuro. Esistono qualità intermedie di farina che sono macinate a pietra: la Tipo1 (che contiene tutte le parti del chicco) e la Tipo 2 (semi-integrale) [1,2].
Quali sono gli alimenti che vengono di solito raffinati?
La categoria più sottoposta a processi di raffinazione è proprio quella dei cereali: frumento, riso, mais, farro, orzo, avena, segale, miglio, quinoa. E gli alimenti derivati più comuni sono: pasta, pane e prodotti salati simili come cracker e gallette, biscotti, merendine. Quando sono consumati in forma raffinata, questi cibi perdono significativamente gli elementi benefici per l’organismo, come minerali o vitamine [1]:
- minerali: ferro, magnesio, potassio, fosforo, zinco, selenio;
- vitamine: in particolare la E e quelle del gruppo B, compreso l’acido folico;
- fibre;
- polifenoli, che hanno azione antiossidante;
- proteine
- acidi grassi polinsaturi (omega 3 e omega 6).

Dottore, quali sono i benefici dei nutrienti degli alimenti integrali?
Un’alimentazione ricca di cereali integrali, come la dieta mediterranea, offre numerosi benefici per la salute. Le vitamine e i minerali, ad esempio, sono micronutrienti essenziali per il buon funzionamento dell’intero organismo. Le fibre, abbondanti nelle parti più “grezze” dei cereali, regolano l’attività intestinale e contrastano la stitichezza [2].
Fibre e nutrienti contribuiscono anche a controllare il colesterolo LDL (quello “cattivo”) e i trigliceridi, fattori di rischio per patologie cardiocircolatorie. Sono infatti numerose e solide le prove che collegano l’assunzione di alimenti integrali con la salute del cuore e la corretta pressione sanguigna, a differenza di quanto avviene con gli alimenti ultra-processati [3].
Un ulteriore beneficio è dovuto alle sostanze antiossidanti presenti nelle porzioni esterne del chicco che possono proteggere da infiammazioni e infezioni. Ne abbiamo parlato, in relazione ai grani cosiddetti antichi, in questa scheda. Consumare quotidianamente cereali integrali permette anche di rallentare l’assorbimento dei carboidrati (zuccheri compresi) e tenere, quindi, sotto controllo la glicemia, fattore di rischio principale per il diabete di tipo 2. I cereali raffinati, invece, tendono ad avere un indice glicemico, cioè la capacità di un alimento di far aumentare la glicemia, elevato; in poche parole, fanno alzare la glicemia. L’assunzione di più fibre e meno grassi, infine, è associata a un peso più sano [4, 5].
Dottore, è vero che i cereali integrali proteggono da alcuni tumori?
I benefici di una dieta integrale nella protezione dal cancro, specialmente al colon-retto, sono ampiamente studiati e sono evidenti, sebbene sia ancora poco chiaro il meccanismo preciso. Oltre all’alimentazione, infatti, ci sono diversi altri fattori che concorrono a ridurre il rischio di sviluppare un tumore [3, 5].
Gli alimenti integrali possono avere effetti indesiderati o controindicazioni?
Sì, qualche effetto nocivo potrebbe esserci. Gli strati più esterni del chicco di cereale sono i più esposti ad agenti esterni potenzialmente tossici. I cereali integrali, quindi, potrebbero più facilmente essere contaminati da sostanze presenti nell’ambiente, come micotossine (funghi, muffe), minerali pesanti o pesticidi. Sono, tuttavia, rischi correlati al consumo di ogni tipo di alimento vegetale [1].
È vero che se ho il colon irritabile gli alimenti integrali sono sconsigliati?
La sindrome del colon irritabile merita attenzione, perché colpisce molte persone, con sintomi fastidiosi e persistenti: dolori addominali, gonfiore, diarrea o stitichezza. Poiché non si conoscono le cause, i sintomi si trattano tentando cambiamenti anche nella dieta; tra le raccomandazioni spesso si consiglia di evitare proprio i cereali integrali. Anche questi alimenti, infatti, contengono zuccheri che fermentano nell’intestino provocando l’irritazione.
Tuttavia, non sono ancora disponibili evidenze tali da poter formulare raccomandazioni certe. In generale, è bene consultare il medico di medicina generale, ed eventualmente un gastroenterologo, prima di di modificare la propria alimentazione [6,7].

Dottore, i cibi integrali impediscono l’assorbimento dei farmaci?
Mangiare troppe fibre, in effetti, accelera il transito intestinale e crea, talvolta, una barriera nello stomaco che rallenta o ostacola l’assorbimento di farmaci e integratori. Ma quante fibre sono troppe? Negli studi clinici è molto complesso valutare le abitudini alimentari; considerare per esempio, la quantità e la tipologia di fibra assunta in relazione a ogni farmaco [8].
Quella raccomandazione, quindi, va valutata caso per caso, perché l’efficacia dei medicinali dipende anche da quando li si assume (prima o dopo i pasti, per esempio). Meglio, dunque, seguire le indicazioni del medico e quelle contenute nel foglietto illustrativo, prima di modificare la propria dieta o, peggio, sospendere una terapia necessaria [9].
Ma quanti alimenti integrali è necessario consumare?
Il consumo di cereali integrali sta aumentando ed è raccomandato da tutte le linee guida internazionali per l’alimentazione, proprio per gli evidenti benefici. E il mercato offre sempre di più alternative non raffinate per ogni pasto della giornata. Tuttavia, mancano indicazioni ufficiali sulle quantità ideali [1].
In relazione alle fibre, la Società Italiana di Nutrizione Umana ne raccomanda almeno 25 grammi al giorno; in questa quota sono compresi anche frutta, verdura e legumi [10].
Un ulteriore ostacolo alla diffusione degli alimenti integrali è il gusto: non è gradito a tutti, specialmente ai più piccoli. L’industria alimentare propone prodotti semi-integrali, ma occorre attenzione: spesso il contenuto di micronutrienti e fibre è molto ridotto e si rischia di consumare quotidianamente dosi eccessive di carboidrati e zuccheri.
In generale, non è necessario evitare completamente il pane, il riso o la pasta bianchi: la scelta più corretta è sostituirli, quando possibile, con quelli integrali.
Bibliografia
- 1 . Istituto Superiore di Sanità. “Alimenti integrali”. Pubblicato il 13 Settembre 2022
- 2 . Harvard School of Public Health. “Whole Grains”. Ultimo accesso: 29 aprile 2025
- 3 . Zong G, Gao A, Hu FB, et al. “Whole Grain Intake and Mortality From All Causes, Cardiovascular Disease, and Cancer: A Meta-Analysis of Prospective Cohort Studies”. Circulation 2016;133(24):2370-2380
- 4 . Hu Y, Ding M, Sampson L, et al. “Intake of whole grain foods and risk of type 2 diabetes: results from three prospective cohort studies”. BMJ 2020;370:m2206
- 5 . Aune D, Keum N, Giovannucci E, et al. “Whole grain consumption and risk of cardiovascular disease, cancer, and all cause and cause specific mortality: systematic review and dose-response meta-analysis of prospective studies”. BMJ 2016;353:i2716
- 6 . van Lanen AS, de Bree A, Greyling A. “Efficacy of a low-FODMAP diet in adult irritable bowel syndrome: a systematic review and meta-analysis”. Eur J Nutr 2021;60(6):3505-3522
- 7 . Nawawi KNM, Belov M, Goulding C. “Low FODMAP diet significantly improves IBS symptoms: an Irish retrospective cohort study”. Eur J Nutr 2020;59(5):2237-2248
- 8 . Cleveland Clinic. “Drug Interactions”. Ultimo aggiornamento: 17 gennaio 2025
- 9 . Agenzia Italiana del Farmaco. “Interazioni farmaci-alimenti per favorire l’azione terapeutica ed evitare combinazioni potenzialmente dannose”. Pubblicato il: 2 luglio 2014
- 10 . Società Italiana di Nutrizione Umana. “Carboidrati e fibra alimentare”
Autrice
Maria Frega è sociologa, specializzata in comunicazione, e scrittrice. Si occupa di scienza, innovazione e sostenibilità per un’agenzia di stampa e altri media. Sugli stessi temi cura contenuti per testi scolastici e organizza eventi di divulgazione con associazioni ed enti pubblici. È inoltre editor di saggistica e tiene corsi di scrittura anche nelle scuole e in carcere. Tutti gli articoli di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)
Wichtig zu wissen: Die einzelnen Artikel des Gesundheitsblogs des Instituts für Allgemeinmedizin und Public Health Bozen werden nicht aktualisiert. Ihre Inhalte stützen sich auf Forschungsergebnisse und wissenschaftliche Belege, die zum Zeitpunkt der Veröffentlichung verfügbar sind. Gesundheitsinformationen aus dem Internet können eine persönliche ärztliche Beratung nicht ersetzen. Informieren Sie Ihren Hausarzt oder Ihre Hausärztin über mögliche Beschwerden. Weiter…